Un incontro quello che si è svolto nella giornata di martedì 14 novembre presso la Regione Puglia, fondamentale per i 92 lavoratori della Tessitura Mottola del Gruppo Albini che il 23 dicembre, a fine della cigs, rischiano di essere tagliati fuori dal mondo del lavoro e senza un futuro.
Presenti i vertici aziendali del Gruppo Albini, Ekasa, il presidente della task force per le emergenze occupazionali Leo Caroli, il sindaco di Mottola Giovanni Piero Barulli e le Parti Sociali. Fuori dalla sede regionale un nutrito gruppo di lavoratori che prima dell’incontro hanno espresso il loro disappunto e tutta la loro angoscia di un periodo che dura oltre 3 anni; un quasi martirio.
Una riunione resasi necessaria alla luce di un accordo preliminare di vendita tra la vecchia proprietà e quella subentrante, il gruppo Ekasa. Un preliminare di vendita con tante zone d’ombra, che aveva allarmato lavoratori e sindacati, circa il loro reale riassorbimento nel nuovo ciclo produttivo dell’ex opificio mottolese.
Il vertice regionale è stato fondamentale per fare quanto di straordinario, per mettere in sicurezza non solo il sito produttivo e blindare le 92 maestranze che il 23 dicembre, a scadenza della cassa integrazione per transazione occupazionale, rischiano di essere definitivamente fuori dal mondo del lavoro.
Presenti per la UIL il coordinatore di Taranto Pietro Pallini, il segretario regionale UIL Andrea Toma, il segretario della UILTEC Amedeo Guerriero e la RSU UILTEC Albini Gianfranco Lasaracina.
“Nel preliminare di vendita tra il gruppo Albini ed Ekasa ci preoccupava, e ci preoccupa, – dice la UIL a margine dell’incontro – la continuità lavorativa dei 92 operatori della Tessitura Mottola. Nel documento di cessione dell’opificio, così come rappresentato, troppi i ‘se’, gli ‘anche’ nello spettro di una forse assunzione, peraltro a tempo determinato da parte del nuovo investitore. Nel documento abbiamo rilevato tutta una serie di incertezze.
All’accordo del 4 ottobre 2022 abbiamo dunque convenuto l’introduzione di un addendum nel quale, nero su bianco, venga prevista l’assunzione a tempo indeterminato, ed entro 2 anni, di tutti lavoratori che dal 23 dicembre andranno in naspi esplorata la impossibilità all’interno del perimetro di legge di ulteriori periodi di cassa integrazione.”
“Abbiamo strappato ancora un ulteriore accordo – afferma la UIL – avvero un nuovo incentivo all’esodo su base volontaria e una, si spera, integrazione alla naspi, necessaria per dare sicurezza, stabilità e tranquillità ai lavoratori in questa fase delicatissima di transizione.”
Per la UIL, nessuno dei 92 lavoratori deve restare indietro.