Per Ferretti tempi lunghi Protocollo con la Regione per gli ex lavoratori di Tct
Sasso e Pallini: serve la proroga per altri 18 mesi, tempo necessario a rioccupare i 330 portuali
Ieri l’assemblea organizzata da Uil e Uiltrasporti a cui ha partecipato il presidente dell’autorità portuale Prete. Rassicurazioni sull’impegno per la copertura dell’agenzia portuale oltre marzo. Formazione in vista
«A Taranto le vertenze si risolvono perché le aziende non esistono più. E noi oggi non possiamo permetterci di perdere nemmeno un pezzo dei lavoratori ex Tct-Evergreen». In un’assemblea ieri pomeriggio al Salina, Uil e Uil Trasporti tengono la barra dritta sui 330 lavoratori che, usciti anni fa dal precedente concessionario del terminal container, non sono stati ancora rioccupati e sono in carico all’Agenzia del lavoro portuale che però, stando al decreto Milleproroghe che si sta cercando di cambiare nella discussione in Parlamento, ha copertura e risorse solo sino a marzo prossimo.
In attesa che il testo del dl cambi e quindi dia un po’ di respiro in più all’Agenzia e ai lavoratori interessati «ci stiamo muovendo – spiega Piero Pallini, coordinatore Uil Taranto – per fare un protocollo a livello di Regione Puglia sulla formazione professionale degli ex TCT-Evergreen. Ma io ho anche spiegato ai lavoratori che parlare di misure Gol, Garanzia occupabilità lavoratori, e dare una serie di risorse specifiche, e poi avere a Taranto il centro per l’impiego chiuso, non credo che sia di miglior auspicio. Ho portato quindi i lavoratori a vedere la realtà. Per gli ex TCT-Evergreen, è fondamentale la riqualificazione e quindi accrescere le loro competenze. I lavoratori ci hanno rappresentato la forte volontà di tornare al lavoro qualunque esso sia e rendendosi disponibili per qualsiasi percorso di riqualificazione, ma prima vanno fatte una serie di cose».
All’assemblea ha partecipato anche il presidente dell’Authority, Sergio Prete, che «sull’investimento Ferretti dice che serviranno almeno altri due anni – dichiara Pallini -. Prima di due anni non vedremo nulla. E se questo è il tempo che dobbiamo attendere, per come si stanno muovendo oggi gli scenari geopolitici e mondiali, è anche probabile che Ferretti possa decidere di fare l’investimento altrove».
Sulla continuità dell’Agenzia, Prete afferma che «abbiamo testato la disponibilità di tutti i parlamentari per un’ulteriore richiesta di proroga degli strumenti a favore di questa categoria di lavoratori. Ciò non per mantenere unicamente una tutela, ma perché questo può consentire di allineare la stessa tutela ad una ricollocazione degli stessi lavoratori nelle numerose iniziative presenti nel porto. Iniziative che per motivazioni di natura burocratica, ambientale e altro, stanno rallentando l’insediamento e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro. Siamo fiduciosi che nella conversione del Milleproroghe ci sia la possibilità di posticipare l’Agenzia a fine 2024, se non, addirittura, al termine del 2025 come noi abbiamo chiesto». In riferimento agli ex TCT-Evergreen, Prete spiega che l’Agenzia del lavoro non riguarda solo la loro ricollocazione presso un nuovo terminalista «ma li tutela per ogni nuova iniziativa in ambito portuale. È indubbio che le criticità che si sono concentrate su Taranto, compresa quella del siderurgico, ha portato ad una contrazione del lavoro in generale nell’ambito del porto. Ora confidiamo che, già a partire dai prossimi mesi, alcune di queste criticità vengano meno e si possano creare le condizioni per un riposizionamento».
«Il momento è delicato, i lavoratori sono preoccupati e il periodo di Natale tra l’altro è coinciso con la tensione per la proroga dell’Agenzia che poi è arrivata in maniera rocambolesca e temporanea – rileva Carmelo Sasso, segretario Uil Trasporti -. Inoltre, il ritardo nell’erogazione dell’indennità di mancato avviamento ha creato ulteriori difficoltà. Con i lavoratori abbiamo quindi fatto il punto dopo gli incontri dei giorni scorsi con i parlamentari e la task force Lavoro della Regione. Nei prossimi mesi la situazione dell’Agenzia dovrà necessariamente essere portata a definizione in termini di proroga, finanziamenti e riqualificazione dei lavoratori. Dopo i tre mesi accordati, abbiamo chiesto una proroga di almeno 18 mesi perché prima non possiamo assicurare ai lavoratori la rioccupazione, poi perché la riqualificazione prevede corsi complessi da 300-600 ore, e infine perché dobbiamo dare tempo ai progetti dei nuovi investitori, compreso l’ultimo di Vestas».
Domenico Palmiotti, Quotidiano di Puglia e Basilicata