Taranto, UIL: “Troppe crisi vertenziali: il 2025 si apre con grande preoccupazione”

Il nuovo anno per Taranto si apre con gravi incertezze e numerose difficoltà. La lista delle vertenze sul territorio continua a crescere, generando forte preoccupazione: dalla vendita dell’ex Ilva, ai problemi dell’indotto del porto, passando per la crisi della Cittadella della Carità, gli asili nido, HIAB e il commercio. La UIL Taranto, per voce del segretario organizzativo della UIL Puglia, Stefano Frontini, lancia l’allarme e chiede interventi concreti.

“Le crisi industriali rappresentano una seria minaccia per il presente e il futuro di Taranto”, afferma Frontini. “E questo avviene proprio in un momento in cui il territorio è destinatario di risorse pubbliche senza precedenti: Just Transition Fund, PNRR e Giochi del Mediterraneo possono trasformarsi in opportunità di rilancio, ma solo se saranno utilizzate per creare lavoro stabile e tutelare le persone”.

Un territorio sospeso tra incertezze e possibilità

La proroga dei termini per la gara relativa all’ex Ilva alimenta timori. “Manca una visione chiara – sottolinea Frontini – e il processo di decarbonizzazione, pur essendo imprescindibile, necessita di garanzie precise per i lavoratori e per la gestione degli esuberi. Taranto non può permettersi di restare nel limbo”.

Anche il porto di Taranto è in attesa di decisioni fondamentali: “Chiediamo al governo di definire rapidamente le aree portuali per l’installazione dell’eolico offshore. Taranto ha tutte le caratteristiche per diventare un laboratorio innovativo di trasformazione industriale e sociale, ma serve una strategia concreta”.

Politiche industriali e sociali: il nodo da sciogliere

La UIL Puglia evidenzia la mancanza di politiche industriali e sociali integrate. “Non possiamo parlare di transizione ecologica senza garantire tutele ai lavoratori e sviluppare un piano che dia prospettive concrete al territorio. È necessario un cambio di passo a livello istituzionale”, aggiunge Frontini.

La UIL Taranto, insieme agli altri sindacati, continuerà a vigilare e a farsi portavoce delle istanze dei lavoratori e della comunità. “Il 2025 deve essere un anno di rilancio, non l’ennesima occasione persa – conclude Frontini –. Al centro di tutto devono esserci il lavoro e la dignità delle persone”.