EX ILVA, UIL TARANTO: “BASTA ACCORDI CALATI DALL’ALTO. SERVONO SCELTE RESPONSABILI, GARANZIE CONCRETE E TUTELA SOCIALE

Taranto, 1 luglio 2025 – Si è tenuto oggi, nel padiglione 152 della Fiera del Levante di Bari, l’incontro convocato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per fare il punto con istituzioni, parti sociali e associazioni datoriali sulle proposte del Governo relative all’Accordo di Programma per la decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto.

Per la UIL erano presenti Gianni Ricci, segretario generale UIL Puglia, Andrea Toma, segretario regionale con delega all’industria, Davide Sperti, segretario generale UILM Taranto, insieme ai rappresentanti UILM dello stabilimento e al coordinatore UIL Taranto, Gennaro Oliva. Regione ed enti locali hanno confermato la disponibilità a valutare l’intesa, sottolineando la necessità di modifiche di merito e di un vero confronto per garantire sicurezza, occupazione e rispetto ambientale.

Nodo cruciale: l’Accordo di Programma e le contraddizioni
“Abbiamo ribadito quanto sia surreale che nell’incontro del 27 giugno scorso con il Ministro Urso siano stati posti di fatto aut aut sulle chiusure, mentre i sindacati non sono nemmeno firmatari dell’intesa, riservata a ministeri e istituzioni”, denunciano Gianni Ricci e Davide Sperti.
“Non resteremo spettatori di scelte che ricadranno su migliaia di cittadini pugliesi, dipendenti di Acciaierie d’Italia, di Ilva in A.S. e del sistema degli appalti. È inaccettabile che dopo l’incendio all’altoforno 1 del 7 maggio si prospetti l’Accordo di Programma come unica soluzione e passaggio vincolante per l’AIA. Fino a ieri questo strumento non era mai entrato realmente in campo, salvo qualche bozza nel 2023 usata per forzare sull’iniezione di risorse senza un reale controllo statale”.

Le richieste: continuità, responsabilità e piano sociale
“Prima hanno provato a scaricare la questione sul mercato, con la corsa alla privatizzazione già dall’estate 2024, quando non c’erano le condizioni. Oggi il tentativo è di scaricare la responsabilità sugli enti locali”, sottolinea Sperti. “Solo lo Stato può garantire la continuità operativa e la conciliazione tra decarbonizzazione, produzione e occupazione. Occorrono scelte concrete e tecnicamente sostenibili per approvvigionamento di acqua e gas, ma serve anche ascoltare davvero le istituzioni locali che oggi hanno dimostrato disponibilità a collaborare per definire modifiche puntuali all’intesa”.

Il coordinatore UIL Taranto Gennaro Oliva aggiunge: “Non possiamo ricadere negli errori del passato. Basta slogan e scorciatoie. Il rischio è chiaro: si cerca un pretesto per chiudere la partita Taranto. I pilastri devono essere merito, trasparenza e responsabilità, uniti a un vero piano sociale per tutelare chi in questi anni ha pagato un prezzo altissimo in salute e diritti”.

A questo proposito, la UIL rilancia la necessità di:

  • istituire screening sanitari mirati sui lavoratori esposti, in particolare all’amianto e ad altri agenti cancerogeni;
  • riattivare la legge sui prepensionamenti amianto, abolita ma ancora necessaria, visto che le patologie legate a queste esposizioni restano una minaccia concreta;
  • riconoscere lo stabilimento a ciclo integrale come sito di lavoro usurante, per garantire prepensionamenti, esodi agevolati e tutele reali a migliaia di lavoratori.

Prossimi passi
La UIL conferma la massima disponibilità al confronto, ma vigilerà su ogni scelta, chiedendo che Regione, Governo e Comune pretendano chiarezza e coerenza. Il prossimo appuntamento è fissato per il 3 luglio al Ministero del Lavoro, dove si discuterà della CIGS che riguarda oltre 4.000 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto.

“Taranto ha diritto a risposte vere, non a promesse di facciata», concludono Ricci, Toma, Sperti e Oliva. «Nessuno si illuda di chiudere questa vicenda scaricandola su altri. La comunità, dopo anni di ferite, merita giustizia sociale, lavoro sicuro e un futuro pulito e credibile”.