Ex Ilva, ancora nessuna certezza dal Governo

Taranto, 10 giugno 2025 – La crisi dell’ex Ilva di Taranto entra in una fase sempre più delicata e preoccupante. L’incontro svoltosi ieri, lunedì 9 giugno, a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati ha lasciato dietro di sé più domande che risposte. Nessuna soluzione concreta è stata messa sul tavolo, solo un ulteriore rinvio di dieci giorni per provare ad arrivare a qualche certezza in più.

All’incontro hanno partecipato il Segretario generale nazionale della UILM, Rocco Palombella, e il Segretario generale della UILM Taranto, Davide Sperti, che hanno ribadito con forza la posizione del sindacato e denunciato l’assenza di misure efficaci per affrontare un’emergenza che riguarda migliaia di famiglie.

“Non abbiamo avuto alcuna rassicurazione sul futuro e nessuna garanzia sulla continuità produttiva,” ha dichiarato Rocco Palombella al termine del vertice. “Il Governo sta pensando a un decreto per garantire risorse solo per qualche mese, ma questo non è sufficiente. La situazione è drammatica e non accetteremo altri rinvii. Abbiamo chiesto misure straordinarie di risarcimento e giustizia sociale per tutti i lavoratori coinvolti.”

La realtà produttiva dello stabilimento di Taranto è sempre più fragile: attualmente è in funzione un solo altoforno, mentre un secondo è fermo per manutenzione fino alla fine dell’anno. Il recente incendio all’altoforno 1 ha aggravato ulteriormente lo scenario. Intanto, oltre 4.000 lavoratori sono già in cassa integrazione straordinaria, e l’azienda potrebbe estendere la misura fino a 5.500 addetti. I sindacati si oppongono con decisione, richiamando gli impegni presi negli accordi precedenti.

Senza una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e un accordo di programma chiaro che preveda l’avvio effettivo della decarbonizzazione, nessuna trattativa di vendita potrà essere chiusa. La principale, quella con la società azera Baku Steel, appare in una fase di stallo, complice il calo della produzione e l’assenza di un piano industriale definito. In attesa ci sono anche altri soggetti industriali, come Jindal e Bedrock Industries, ma nulla si muove finché non ci saranno certezze ambientali, legali e finanziarie.

La UIL di Taranto e la UILM sottolineano che la nazionalizzazione temporanea dell’ex Ilva è oggi l’unica strada per salvaguardare occupazione, sicurezza e rilancio produttivo. “Abbiamo proposto di rimettere in funzione gli impianti di verticalizzazione per salvare Taranto e l’intera catena produttiva. Ma il Governo continua a navigare nell’incertezza”, ha aggiunto Palombella.

Nel frattempo, la città di Taranto e i suoi lavoratori restano appesi a una promessa di intervento che si fa attendere da troppo tempo. Il tavolo resta aperto, ma l’impressione è che il tempo utile per evitare il collasso del più grande polo siderurgico d’Europa stia per scadere.