Dragaggi e crisi dei traffici rallentano le assunzioni nel Porto di Taranto

Il futuro del terminal container di Yilport a Taranto appare incerto, con i dragaggi necessari per accogliere navi di maggiori dimensioni e la crisi dei traffici che influenzano pesantemente le assunzioni e le prospettive occupazionali. Ieri, in un’assemblea con i lavoratori, Alessandro Becce, general manager di Yilport, ha rassicurato il personale attuale che non ci saranno licenziamenti imminenti, ma ha ammesso che le assunzioni a breve termine sono improbabili.

Il porto di Taranto, sebbene veda una crescita del traffico crocieristico (+28% nel primo semestre, da 32.319 a 41.350 passeggeri), registra un forte calo nel traffico container (-57,1%) e nelle merci generali (-23,8%). Questo scenario negativo è aggravato dai ritardi nei lavori di dragaggio necessari per aumentare la profondità dei fondali a 16,50 metri, un requisito per attraccare navi più grandi.

I dragaggi, che richiedono un investimento di circa 220 milioni di euro, sono bloccati a causa di problemi con la vasca di colmata che deve accogliere i sedimenti dragati. Fincosit ha comunicato all’Autorità Portuale che la vasca necessita di rifacimento, un costo aggiuntivo che porta il totale a 270 milioni di euro, una somma che l’Autorità non può permettersi.

In questo contesto, Becce ha dichiarato che Yilport sta esplorando alternative per diversificare le attività del terminal, come il transhipment e altre opportunità nel settore eolico e nella logistica ferroviaria. Tuttavia, per il momento, non sono previsti aumenti di personale. Ci sono ancora 330 ex dipendenti di Tct-Evergreen in attesa di ricollocazione, beneficiari di indennità di mancato avviamento.

Carmelo Sasso, segretario Uil Trasporti, ha ricordato che il problema dei dragaggi persiste da anni, risalente al periodo in cui Evergreen gestiva il terminal e annunciava la delocalizzazione delle navi madre a causa dei ritardi nei lavori di dragaggio. La situazione non è migliorata, e Sasso chiede un intervento urgente da parte delle istituzioni per decidere se i dragaggi siano ancora una priorità strategica o se sia il momento di esplorare altre opportunità per il porto di Taranto.

Sasso propone che venga costituito un tavolo di discussione presso l’Autorità Portuale per definire la strategia futura, suggerendo di valutare se continuare a investire nei dragaggi per grandi navi o concentrarsi su settori alternativi che potrebbero offrire nuove opportunità di lavoro e sviluppo economico.

La situazione attuale del porto di Taranto rappresenta una sfida significativa, e la risposta delle autorità e degli attori economici sarà cruciale per determinare la direzione futura e il rilancio del terminal.

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