Si alza la voce dei sindacati confederali contro il rischio di chiusura del reparto di Terapia Intensiva Neonatale (Utin) dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto, già messo a dura prova da un’annunciata dimissione in blocco di cinque medici neonatologi. In prima linea, la UIL Taranto, con il segretario organizzativo Stefano Frontini della UIL Puglia, che ribadisce la necessità di misure urgenti per garantire la sopravvivenza del reparto e il diritto alla salute nella provincia ionica.
“È inaccettabile – dichiara Frontini – che ci si trovi a fronteggiare l’emergenza solo dopo che i nodi sono venuti al pettine. Da mesi denunciamo il rischio imminente di una crisi come quella attuale, ma il mancato ascolto e le risposte insufficienti delle istituzioni ci hanno condotto a una situazione estrema. Il Santissima Annunziata rappresenta un presidio fondamentale per la popolazione di Taranto e provincia; eppure, il reparto Utin rischia ora di chiudere, con il punto nascita a seguito, a causa di una carenza cronica di personale.”
Il sindacato lancia un appello diretto alla direzione generale dell’Asl Taranto e alla Regione Puglia, invitando a rispondere con azioni concrete: “Chiediamo al direttore generale Gregorio Colacicco e al management della Asl un impegno urgente per riaprire il tavolo di confronto. È essenziale tornare a discutere di assunzioni, stabilizzazioni e dei flussi di personale, anche in vista delle tante richieste di mobilità in uscita. Non possiamo permettere che i servizi essenziali, come la Neonatologia, siano messi a repentaglio.”
Insieme ai segretari della CGIL e CISL Taranto-Brindisi, Giovanni D’Arcangelo e Gianfranco Solazzo, si è evidenziato che il blocco di queste trattative è solo l’ultimo esempio di una gestione problematica del Servizio Sanitario Regionale. Il rischio chiusura del reparto Utin è solo la punta dell’iceberg. In tutto il sistema sanitario regionale si riscontrano problemi di organico, lunghe liste d’attesa e carenza di posti letto, fenomeni che incidono negativamente sulla qualità delle cure erogate ai cittadini pugliesi. È tempo che la politica e la direzione sanitaria riconoscano la gravità della situazione e rispondano con azioni risolutive.
Infine, il segretario UIL sottolinea l’urgenza di un cambio di rotta da parte della Regione Puglia: Il protocollo d’intesa del 2023 è stato solo un primo passo. Ora servono decisioni rapide e risolutive per evitare che il sistema sanitario ionico collassi definitivamente.