Ma è corsa contro il tempo: mancano poco meno di 10 giorni per mettere in sicurezza il reddito di 40 famiglie.
Si è tenuto stamane, mercoledì 6 settembre, l’incontro sulla vertenza dei lavoratori Cemitaly, ex Cementir, in Regione Puglia presso la Task Force Lavoro presieduta dal dottor Leo Caroli con la presenza delle Organizzazioni Sindacali, azienda e rappresentanti istituzionali dell’Ente regionale.
L’incontro è stato necessario visto l’approssimarsi di una data che sa di spada di Damocle: il prossimo 15 settembre scadrà la cassa integrazione straordinaria per transizione occupazionale, il che vorrà dire mettere in serio pericolo il futuro di 40 famiglie.
“La delicatezza del contesto vertenziale legato al cementificio, – ha detto Pietro Pallini, coordinatore della UIL TARANTO – ci pone dinnanzi all’imprescindibile necessità di ricercare un ammortizzatore sociale a tutela delle 40 famiglie di lavoratori appartenenti a questo bacino”.
“Tre sono state le procedure messe in campo, – spiega il Numero Uno di via Dante – dal lontano 2018, per tutelare i lavoratori. I primi 12 mesi attraverso una Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per cessazione d’impresa; per i secondi 12 mesi con un’ulteriore CIGS per transizione occupazionale e, grazie all’ intensa discussione odierna, le parti hanno esplorato e condiviso un accordo per ulteriori 12 mesi di CIGS, dal 16 settembre prossimo, per area di crisi complessa industriale”.
“Un’opportunità che, avvalorata e ratificata come necessario, – continua Pallini – peraltro senza che nulla sia ancora del tutto scontato, occorrerà sottoporre al competente Ministero del Lavoro per la conseguente auspicata concessione. Sono infatti state dichiarate al tavolo regionale da parte del responsabile della Task force, le necessarie disponibilità economiche in pancia alla Regione Puglia. “In sintesi, – conclude il coordinatore tarantino – quella di oggi è stata una giornata all’insegna della responsabilità, con sicuramente un elemento in più per provare a tirare un barlume di respiro per questi lavoratori, ma occorrerà da parte di tutti mirare a una visione futura tesa a insistere per ricercare ogni possibilità/opportunità per mettere fine alla sofferenza di queste 40 famiglie. Quella di Cemitaly rappresenta purtroppo una brutta pagina di storia che, con il disimpegno dell’azienda, ha segnato la fine di un altro pezzo di industria tarantina”.