Rendiconto Sociale Provinciale 2022 |UIL Taranto analizza i dati

“I dati del Rapporto raccolti ci consegnano una realtà del territorio che resta per la UIL “sorvegliato speciale”

La UIL ha raccolto molto positivamente, partecipando la presentazione del Rendiconto sociale provinciale 2022 di INPS di Taranto. Presenti all’evento, Gianfranco Violino in rappresentanza dell’ ITAL/UIL Taranto, Roberto Basile membro del Comitato provinciale INPS, Lorena Arre’ in rappresentanza della Copagri Taranto e Pietro Pallini Coordinatore provinciale UIL Taranto. 

Sulle evidenze del dettaglio rappresentato nel rapporto, non possiamo che riconoscere l’elevata professionalità nello svolgimento dell’enorme mole di lavoro che l’ente svolge giornalmente nell’obiettivo di protezione sociale e welfare, obiettivi del tutto comuni con le attività dei servizi che la UIL offre alle persone in primis con le strutture ITAL/UIL presenti sul territorio ma anche con il CAF/UIL messi in interscambio con l’ente anche attraverso la nuova piattaforma “COMBIPAT” che ha portato da 675 a 14.936 le comunicazioni tra Ente e strutture di Patronato.

I dati del Rapporto raccolti stamane, tuttavia, ci consegnano una realtà del territorio che resta per la UIL “sorvegliato speciale”, con una situazione che permane molto complessa sul piano dell’occupazione 38.4%. Il dato più basso rispetto alla media in Puglia del 42.6% e del Paese che si attesta al 52.2%.

Molto significativo e degno di riflessione e, soprattutto azione, il dato che riviene dalle ore di cassa integrazione straordinaria (CIGS) sul territorio. Si dettaglia nel report che sul totale delle 19.305 posizioni regionali aperte, la mole di 11.208 sono quelle lavorate a Taranto (58.6%). Non va meglio per il dato relativo alla cassa integrazione ordinaria (CIGO) che da sola rappresenta il 38.67% rispetto al dato regionale.

Allarmante il contesto socio demografico, con una dilagante denatalità 6 volte maggiore rispetto a quella relativa al 2011. Oltre, la presenza di un ulteriore indicatore, che la UIL definisce inquietante, quello relativo alla rilevazione degli ultra sessantacinquenni che vivono a Taranto e che sono pari al doppio della popolazione da 0 a 14 anni.

Altro dato di rilievo, quello del flusso migratorio che è più che raddoppiato tra emigrati ed immigrati. Ciò è un segnale che diviene sempre più dilagante il fenomeno dei giovani che lasciano il nostro territorio per trasferirsi altrove, il più delle volte in maniera irreversibile, causa tra tante, anche i bassi salari.

Spicca anche un dato relativo al peggioramento delle pensioni sulla misura in quota 100 relative al nostro territorio che sono state nel 2022 n. 3039.

É andata peggio per quota 102, con solo n. 40 pensionamenti, mentre, per quota 103, l’attuale peggioramento normativo che il Governo sta introducendo, le stime della UIL sono del tutto in peggioramento attesa anche la penalizzazione economica prevista. 

Tutto ciò non fa altro che fornire alle riflessioni, peraltro già operate dalla UIL, ulteriori inconfutabili dettagli per insistere a contrastare le misure insufficienti e penalizzanti che rivengono dalla manovra di bilancio.

Mettendo per un attimo al margine la maldestra quanto sterile campagna di denigrazione mediatica esercitata da parte di qualche ministro di questo Governo e le determine tese a sminuire le azioni di mobilitazione e protesta della UIL e della CGIL, il Governo rifletta piuttosto sulla necessità di correggere questa manovra che si rivela nell’analisi a beneficio di pochi e ad appannaggio di chi questo Paese lo tiene in piedi.

I dati della UIL, uniti a quelli acquisiti stamane, indicano che senza una rapida inversione di tendenza da parte di chi Governa il Paese, c’è il serio rischio che una manovra di bilancio in deficit per 16 miliardi. cagioni riflessi pesantissimi in tutto il Paese, in particolare al Sud, in particolare a Taranto.

Tutte queste riflessioni si uniscono alle ragioni per affermare l’importanza dello sciopero di giorno 17 novembre con presidio davanti la Prefettura a Taranto e lo sciopero di giorno 1° dicembre con mobilitazione in Piazza Prefettura a Bari. Adesso Basta!

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